QUINDI ? ... Con Marco Croatto

25° appuntamento con la nostra rubrica, l'ospite è Marco Croatto
01.12.2017 01:25 di Paolo Annunziata   vedi letture

Marco Croatto, 55 anni, il giocatore più forte che abbia espresso la città di Latina. Inizia con il settore giovanile della Fulgorcavi. Poi passo al Latina dove arrivò alla prima squadra con Attardi allenatore. Poi tutte le piazze più importanti dalla Promozione alla serie D, perchè a quei tempi l'Eccellenza non esisteva. Priverno, Aprilia, Nettuno, Cisterna, Borgo Grappa, Montello, Sermoneta e Nuovo Latina con la scalata dalla Seconda categoria alla Promozione. Poi l'avventura con il calcio a 5 dove ancora oggi è il più richiesto per tutti i tornei in zona.

Quindi

E' stato tutto bello. Quando sei giovani sei spensierato. Sono state tante le richieste in categorie importanti, ma io volevo stare vicino casa. Sono sicuro che se fossi andato via non avrei espresso il mio talento. Non ho mai giocato per fare carriera, per i soldi. Un anno rifiutai anche Formia, Chiappini mi voleva a tutti i costi, decisi di giocare vicino casa. Una cosa bella è che ancora oggi ci frequentiamo con le famiglie di quei gruppi storici. Questo è stato il mio calcio.

Allenatori importanti hanno sempre detto che eri il più bravo di tutti.

Li ringrazio, ma in quel momento la mia testa mi diceva questo. Volevo vivere il mio calcio, senza nessun procuratore o amicizie che per arrivare in certe platee dovevi avere. Sono sempre stato un giocatore a briglia sciolta, mi piaceva sposare un progetto e non pensavo alla categoria.

Rammarico per una carriera che avrebbe potuto cambiare la vita

Assolutamente no. Se avessi fatto una carriera importante, oggi sarei solo come un cane. Invece ho tanti amici che non hanno un prezzo. Il calcio per me è sempre stato passione e divertimento. Finiti gli allenamenti e le partite mi piaceva stare con la famiglia e gli amici. Poi ho conosciuto Maria, ci siamo sposati e abbiamo due bellissime e brave figlie. Ho una famiglia ricca di valori, questo non ha alcun prezzo.

Cosa è mancato a Marco Croatto per il grande salto

Diciamo che ai miei tempi era più difficile emergere. Non c'era la regola degli under che dovevano giocare dal primo minuto. Se un giovane giocava lo faceva perchè se lo meritava e non perchè le regole glielo permettono. Il talento non ha età, quando hai la fortuna di averlo devi anche saperlo supportare con spirito di sacrificio. La differenza tra la nostra generazione e quella attuale sta anche nel fatto che noi non avevamo altro oltre il calcio, oggi invece la vita offre molto di più ed un ragazzo è meno propenso a fare sacrifici e rinunce. 

Gli allenatori che ricordi con piacere

In primis non può che essere il maestro Gino Bondioli. Ero bambino, con lui alla Fulgorcavi ho imparato tanto. Ore e ore a tirare il pallone sul muro. Mi ha insegnato i primi approcci al calcio. Poi c'è Franco Carnevali, è stato un padre calcistico. Persona seria, educata. Dove andava mi portava con lui, l'ho sempre seguito. Poi Gigi Sitzia, Nicola Lidozzi, Franco Morano e Neno Cesarini, ognuno mi ha dato qualcosa.

Marco Croatto e il calcetto

Tutto è iniziato dal prestigioso torneo di calcio a 5 che si faceva a San Felice Circeo. Un torneo che si giocava davanti a un migliaio di persone. Lì c'erano dei dirigenti romani, mi portarono subito a giocare in serie A con la Vigna Stelluti e l'Ericson Sialta. Altre due bellissime esperienze. Poi ho fatto incetta di vittorie nei tornei locali, il più bello l'Inge Kallen. Ogni anno avevo richieste di squadroni, ma in più di qualche circostanza sceglievo le squadre composte da amici, e lì vincevamo. Il gruppo Cepollaro è ancora nella storia.

La top 11 più riserve di compagni di squadra di Marco Croatto

Scelgo quella degli amici vale a dire: Iavarone, Pinti, Malafronte, Picca, Martini, Micheletti, Rigatto, D'Andrea, Critelli, Croatto, Partuini. Poi tanti altri giocatori forti come Sorrentino, Tonino Somma, Toscano, Ingrassia, Fieni e tanti altri ancora.

L'Italia fuori dal Mondiale

Mi dispiace solo perchè questa estate non ci riuniamo davanti a una grigliata di carne e fiumi di birra. Che dire è stata una mazzata per tutto il movimento. E' tutto da rifare come diceva Gino Bartali. Dal palazzo ai settori giovanili.

Per chi farai il tifo

Tifo è una parola grossa. Le mie simpatie vanno alla Germania. Una nazione che ha rifondato il suo calcio e oggi sono competitivi a cominciare dalle nazionali giovanili.

La chiacchierata con Marco Croatto, finisce qui. Lo stanno aspettando fuori casa. Per andare dove? A disputare una finale di calcio a 5. Grande Marco !!! 


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