Matteo Comandini " Nel momento cloù un serio infortunio mi tenne fuori per un anno e mezzo. Ricordo sempre Dante De Santis".

12.03.2020 13:40 di Paolo Annunziata   vedi letture

Un vero nomade del calcio. Tante le esperienze con squadre diverse. E' sempre stato l'uomo mercato dove è stato fuori da casa per ben dieci anni. 30 anni è l'attuale attaccante del Nuovo Latina. Lui è Matteo Comandini. " Ho fatto tutte le giovanili con il - dice Matteo Comandini - Frosinone. Nel momento più importante un brutto infortunio dove mi seguì il professor Mariani Villa Stuart. Questo grazie a Dante De Santis, mi ha fatto vedere il calcio vero. Poi andai a Ferentino in serie D. L'estate successiva ho conosciuto al torneo di Sermoneta Marco Sgrò. Giocammo da avversari la finale, al termine mi disse che se me la sentivo di andare a giocare con lui in serie D con la Colognese, per lui era la prima esperienza di allenatore. Non ci pensai più di due volte, il 24 luglio visite mediche e abile e arruolato. L'alternativa era la Villacidrese, andai con Marco Sgrò. Dopo quell'esperienza andai a giocare in Svizzera con l' Ascona e il Biasca , in prima lega, come la nostra serie C. Lì lo sport nazionale è l'Hokey su ghiaccio, dove fanno quaranta mila mpersone, e poi c'è Feder. Il calcio è poco seguito. Dopo andai a Verbania in Eccellenza dove trovai un grande allenatore Giancarlo Boldini. Poi Omegna dove in tre anni vincemmo il campionato. Omegna è stata la mia seconda casa, riuscimmo a portare allo stadio più di 2000 persone, un vero record. Poi l'esperienza in Lombardia con il Piedimulera, facevo avanti e indietro da Milano, visto che frequentavo l' Università. Dopo 10 anni di girovagare a 24 anni è cominciato a mancare la famiglia, la tua casa e ho deciso di smettere. Era andata bene così. Poi una sera alla festa di Borgo Carso con degli amici mi fu presentato l'allora tecnico Mauro Piovan. Gli dissi se potevo giocare a Borgo Carso, si sentiva preso in giro all'ultimo giorno del tesseramento mi chiamò e mi disse se volevo firmare perchè ancora non ci credeva. Ho dato un vero taglio con il passato, è stata una bella esperienza fondata sull'amicizia e la passione per questo sport. Poi arrivò il passaggio all'Agora, con Benito De Filippis. L'allenatore era Solazzi, non andò bene, venne esonerato e il nuovo allenatore fu Fabio Facci. Mi ha trasformato, feci un girone di ritorno strepitoso con 13 gol. Poi Real Latina e adesso Nuovo Latina.  Cosa è mancato a Matteo Comandini per il grande salto? " Come si dice spesso, la testa. Poi quando trovi le persone sbagliate è difficile, visto che entrano in ballo interessi che neanche noi sappiamo. Non ho nessun rimpianto, anche perchè l'ho deciso io a 25 anni di staccare con il calcio professionistico". Allenatori che ricordi con affetto? " Parto da Dante De Santis per me è stato un secondo padre. Poi Davide Tabozzi con lui ho vinto il campionato a Omegna. Fu un grande rapporto. Poi Fabio Facci è un grande allenatore e persona. Il calcio? Era totalmente differente, è cambiato radicalmente il rapporto. Noi siamo cresciuti con delle regole severe. Oggi i giovani non vengono al campo con le giuste motivazioni, forse la colpa è anche la nostra". In chiusura. " E' chiaro che la salute arriva prima di tutto. Rispettiamo le regole che ha imposto il Governo Centrale.La domenica sto con mio figlio Samuele. Dovrà fare tutti gli sport, tranne il calcio. Aspettiamo con fiducia e serenità". 


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