Mi ritorni in mente: Luciano Melloni

i ricordi del maestro: Paolo Iannuccelli
26.03.2020 15:00 di  Paolo Annunziata   vedi letture

 di Paolo Iannuccelli

Luciano Melloni, uno dei grandi nerazzurri del Latina. Il giocatore ha vestito per nove anni consecutivi la casacca del capoluogo pontino, per terminare la carriera a Cassino, in compagnia del suo amico Alberto Pizzi.

Melloni è stato uno dei giocatori più amati dalla tifoseria, apprezzato come uomo e come atleta in ogni angolo della città, nessuno dubitava delle sue qualità tecniche e umane. La storia di Luciano nasce nel piccolo centro rurale di Borgo San Donato, in comune di Sabaudia, nel 1943, nel mezzo della seconda guerra mondiale. I Melloni provenivamo da Cento, in provincia di Ferrara, dove si svolge ogni anno uno dei più famosi Carnevali d'Italia. Borgo San Donato era abitato da bassianesi, residenti in quelle zone prima della bonifica, veneti friulani ed emiliani. I bassianesi erano i più numerosi, dopo aver abitato nelle lestre erano rimasti nella zona attratti dalle case coloniche e da buona terra da coltivare. La mamma di Luciano proveniva da Udine, un bel mix di popoli che hanno trovato subito una giusta intesa. Per Melloni i primi calci sono avvenuti - come per tutti - nel cortile di casa, poi ha giocato a Borgo San Donato, Grappa, Hermada, nei settori giovanili. Angoli del passato conservano gelosamente i ricordi, finché possono, finché non passa il vento gelido del cosiddetto progresso a spazzarli via in un amen.

Era il mondo piccolo di Luciano, nel cuore di un'Italia contadina che ancora non accarezzava il boom economico. San Donato era il posto in cui era cresciuto, bello e sano, in cui aveva mosso i primi passi e poco dopo tirato i primi calci. Un pallone e tanta voglia di divertirsi, in fondo bastava poco in quel mondo di emozioni semplici, tra persone temprate alla fatica silenziosa che impone la campagna. Luciano il calcio lo sognava di notte e accolse con orgoglio l'invito a giocare con il Latina. Cresceva forte, studiava e dava una mano nei campi, ma sentiva fortemente il bisogno di dedicarsi a quella passione per il football. A forza di pallonate, anticipando i rimpalli e misurando traiettorie, il ragazzo impara l'arte. E capisce che quella è la strada, nessuno prova a deviare il suo istinto naturale. Luciano gioca, mettendo in mostra il suo innato talento, nelle giovanili, si capisce subito che va in campo per ragionare e coordinare. Anche perché la velocità non è esattamente il suo forte. In panchina, a Latina, intanto è arrivato il cavalier Banchetti che ha intuito le doti di centrocampista di Luciano ma anche il suo fiuto per il gol da lunga distanza.

Un giocatore intelligente, capace di servire palloni deliziosi agli attaccanti, un leader nato. La Spal, famosa squadra di serie A di Ferrara, la Polisportiva Ars et Labor, guidata dal presidente Paolo Mazza - il migliore talent scout del calcio italiano - ha provato per une mese Melloni che era diventato amico di Fabio Capello e Oscar Massei, straordinario giocatore argentino, un oriundo, come si diceva allora.  Anche la Roma si interessò a Melloni ma il Latina non lo cedette al club giallorosso, sembrava cosa fatta. Il Corriere dello Sport titolò in prima pagina: Melloni alla Roma. Era dato per certo. Il giocatore pontino veniva paragonato a Benetti, anche la Lazio aveva intuito le capacità del giovane nerazzurro.


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