QUINDI ? ... Con Vincenzo D'Amico

9° appuntamento con la nostra rubrica, l'ospite è Vincenzo D'amico
03.11.2017 08:00 di  Paolo Annunziata   vedi letture

Vincenzo D'Amico, Latinense doc, nato nel quartiere più antico della città, le case popolari, oggi chiamato quartiere "Nicolosi". Il calcio italiano da sempre ha sfornato campioni, Vincenzo è senza ombra di dubbio uno dei più grandi talenti del dopo guerra. Il paragone con i vari Baggio, Del Piero, Totti a livello di talento e popolarità è quantomeno appropriato. Questo per far capire ai più giovani chi è stato e chi è il NOSTRO Vincenzo.

 Vincenzo, quindi ? 

Mi ricordo i miei primi calci all'oratorio per arrivare fino all'Olimpico. In mezzo c'è tutta la mia storia.

Ci racconti il tuo oratorio

Avevo 10 anni. Era il posto dove si andava a giocare a pallone. L'oratorio era Don Russo, il signor Vincenzo, il bicchiere di spuma, le partite che duravano tutto un pomeriggio e le sfide a ping pong. Si andava a messa la domenica mattina per avere il timbro sulla tessera che ti dava diritto a entrare gratis al cinema. Ricordi bellissimi che non mi hanno mai abbandonato. 

Vincenzo e i suoi primi provini.

Avevo 13 anni e feci l'esordio in Seconda Categoria con Colosimo allenatore. La partita era Cos Latina - Vis Sezze. A vedere quella gara c'era un dirigente dell'Almas Roma che mi portò a fare un provino con loro, stiamo parlando di una società che all'epoca faceva la serie "D". Ricordo bene, che nella partita l'arbitro che era l'allenatore mi fece uscire dopo cinque minuti. Ci rimasi male, poi al rientro negli spogliatoi mi spiegò il perchè. Non voleva che mi vedessero altri osservatori presenti. In settimana vennero a casa a parlare con mio padre. Una volta approdato all'Almas mi portarono a fare provini con quasi tutte le società di serie "A" tranne la Lazio. La mia maggiore aspirazione in quel momento era il Latina, ma fui scartato.

Cos'è l'amicizia per Vincenzo D'Amico 

L'amicizia è andare al compleanno di un mio ex compagno di squadra dopo 40 anni. Dentro questa risposta c'è tutto il mio sentimento riguardo questa parola. Dopo una vita vissuta fuori Latina, qualche amicizia si è affievolita, l'essere ritornato a vivere a Latina dopo tanti anni e aver rivisto gli amici di sempre è stato come se il tempo si fosse fermato. Incontro sempre tutti con grande piacere e con tutti si fa riferimento alla gioventù passata insieme, ai mille aneddoti accompagnati da quel pizzico di nostalgia e sorrisi.

Che città è oggi Latina 

La mia Latina erano le case popolari, piazza del Popolo e i Giardinetti. Nel mio cuore ho ancora il 7° e 8° lotto. Il rispetto che si viveva all'epoca oggi ne è un lontano ricordo. Sono passati 50 anni, la città è cambiata molto, non solo a livello urbanistico, anche dal punto di vista umano. 

Hai mai pensato di entrare in politica

No. Ho sempre rifiutato le numerose proposte arrivate. Mi piace vivere tra la gente. I tifosi sono sempre stati un mio punto di riferimento. La politica non fa per me.

Vincenzo D'Amico e la televisione

Faccio televisione da 40 anni. Ricordo i miei inizi a "Gol di Notte" insieme all'eterno amico Michele Plastino "un genio". Poi la Rai, dove ho fatto tantissime trasmissioni con giornalisti di altissimo livello. Ho partecipato da seconda voce con il commento tecnico a Mondiali ed Europei, devo dire che è stata la mia seconda vita professionale, una soddisfazione enorme. Mi ha permesso di poter continuare, anche se da una prospettiva diversa che mai e poi mai avrei pensato di intraprendere, a vivere nel mondo a me più caro, cioè il Calcio. 

Nell'attuale calcio italiano, chi è il Vincenzo D'Amico di oggi

Sono stato accostato a tanti giocatori forti che di epoca in epoca si sono alternati. Oggi non vedo chi possa essere un calciatore con le mia caratteristiche. Se devo fare due nomi dico un mix tra Dybala e Insigne.

Vincenzo D'Amico e il rapporto con gli allenatori

Ottimo con tutti. Una grande amarezza fu quando Carosi disse che l'avevo fatto fuori insieme a Vinazzani. Tutto falso, mai avrei pensato a una cosa del genere. Il Mister dopo qualche anno mi chiese scusa, si rese conto che non era un mio modo di essere e di fare quello di interferire con aspetti non di mia competenza. Un pensiero lo vorrei rivolgere anche ad altri nomi che io non chiamerei Mister ma bensì MAESTRI, mi riferisco a Rabitti, Vinicio e Maestrelli.

Vincenzo, tu e la Nazionale  

Eravamo in tre per una maglia, i miei antagonisti erano Franco Causio e Bruno Conti, l'allenatore era Enzo Bearzot. All'epoca non c'erano le rose allargate come lo sono ora e la panchina era composta da soli tre elementi, di cui uno era il portiere, le partite erano molte meno in una stagione. Ai tempi di oggi avrei sicuramente avuto molte più occasioni per giocarmi le mie carte.


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