Amarcord 6: Ecco la Berretti Nazionale del Latina stagione 1976 / 1977

09.03.2024 09:13 di  Paolo Annunziata   vedi letture

La rubrica Amarcord raddoppia. Non più una volta alla settimana ma due. Il grande successo e le tante richieste di pubblicare foto di squadre degli anni '70 / '80 con la storia di quei protagonisti sono tante. L' appuntamento del mercoledì ci sarà anche il venerdì. Oggi presentiamo la Berretti Nazionale del Latina Calcio. Abbiamo sentito i protagonisti di quel gruppo, di quei ragazzi oggi tutti affermati nel lavoro che svolgono. 

Gianfranco Lanni:

" Grande gruppo e grande squadra. Quell' anno arrivammo alle semifinali battendo l' Olbia nello scontro diretto. arrivammo alla semifinale dove fummo eliminati dal Teramoche aveva già ragazzi che avrebbero fatto campionati professionistici come l' allora giovane Paolucci che fece il suo esordio in serie A con l' Ascoli. Quella squadra fece insieme un biennio. Il primo anno il tecnico è stato Maurizio Cavazzoni, nel secondo anno Enzo Guarniero. Questo gruppo inizio dai Giovanissimi facemmo tutta la trafila fino alla Berretti. Mi ricordo che prima di questi due tecnici l' allenatore era Guenza che arrivò dalla Lazio. Guenza imparò a tirare i calci di rigore a Damiano Coletta, di esterno. Ricordo la presenza al mitico Trofeo Internazionale " Miceli" facemmo 0  -  0 contro la Juventus, e poi giocammo con la Roma e il Como. Il Como già aveva diversi talenti, come Vierchoword, Tedesco, Matteoli e Galia.  All' epoca in città esistevano solo tre società, Latina, Fulgorcavi e Cos Latina. Ancora oggi ci sentiamo, era un calcio diverso, dove l' amicizia e il rispetto era al primo posto. Un gruppo dove si aggiunsero i fratelli Chiappini e Ubaldo Righetti che poi passò alla Roma". 

Damiano Coletta:

Ho un ricordo bellissimo della mia esperienza nel settore Giovanile del Latina.sono arrivato veramente da piccolo a 12 anni, Allora non esistevano le Scuole Calcio La Scuola era la strada.Il mio primo allenatore è stato D' Aprano. In quella Berretti siamo stati sempre legati un gruppo di ferro, siamo insieme in una chat.L' amore per la maglia nero azzurra è rimasto. Ricordo con  piacere che siamo arrivati alle finali Nazionali, ricordo il torneo " Miceli " sono state stagioni dove c' era la bellezza di un calcio dove ognuno di noi sognava di diventare professionista più di qualcuno c'è riuscito a cominciare dal sottoscritto. era un calcio spensierato, si creavano veramente dei legami affettivi e ci si divertiva, Lo testimonia il fatto è che siamo rimasti legati, più o meno una volta l' anno ci si vede, l' amore per i colori del Latina che ci unisce". 

Peppe Ibello:

" Un gruppo vero, dove non c'era nessun modello da seguire. Se non i giocatori della prima squadra. Parlavamo solo di loro, con tutti c'è sempre stato un ottimo rapporto. Era un bel calcio, un calcio di tanti anni fa, era un calcio genuino. Il tecnico Enzo Guarniero detto " Roccia", Anche lui figlio di un calcio dal romanticismo ci sono ricordi che ancora oggi mi commuovono. Andavamo al campo in bicicletta e c' erano tanti sogni, tutti da grandi volevamo fare i calciatori, ma poi  non poteva essere per tutti. Oggi i settori giovanili sono diversi ogni bambino ha un suo idolo. Dobbiamo ricordare anche la Fulgorcavi, che portava l' organizzazione aziendale nel loro calcio. Per me è stata una bellissima esperienza giovanile, mi ha dato tanto. Furono due bellissime stagioni all' insegna delle regole, del sacrificio, del rispetto e lealtà. Quel gruppo lo ricorderò sempre, fa parte della mia vita". 

Maurizio Pasotto: 

Sicuramente sono stati anni bellissimi, eravamo nel pieno della gioventù. Ho iniziato a 14 anni con i Giovanissimi, il tecnico era Gigi Sitzia, dove abbiamo vinto subito il campionato. Ci ha insegnato tanto a partire dall' educazione e come ci dovevamo comportaci dentro e soprattutto fuori dal campo. Per noi di quella generazione è stato un punto di riferimento. Ricordo bene quella Berretti, tecnico Enzo Guarniero, anche con lui c'è stato un ottimo rapporto. Io arrivavo da un brutto infortunio, rottura di tibia e perone, è stato Guarniero a riportarmi su un campo di calcio, visto che avevo deciso di smettere, Quel gruppo è ancora nel mio cuore, era un altro calcio, completamento diverso da quello di oggi. Noi giocatori avevamo un grande rispetto per i più grandi e per tutti i dirigenti, oggi non è più così A 13 / 14 anni dovrebbero prima imparare l' educazione, cosa che manca. La mia giovinezza non la rinnego assolutamente".

Salvatore Cinque: 

Ricordo un particolare un episodio di quando si andava in trasferta in questa circostanza ad Ischia. La differenza con la Fulgorcavi già esisteva. Loro partivano il giorno prima della partita, noi la mattina presto con il traghetto, una vera odissea. Ricordo che ero influenzato e il massaggiatore Rino Di Maio, mi mise in sesto nel modo del tutto naturale. Mister Guarniero mi fece giocare titolare, eravamo sotto di un gol, tirava un forte vento, andai a batter il calcio d' angolo con una traiettoria e rientrare e feci gol. Una gioia immensa. Eravamo un gruppo molto affiatato, in un girone come Roma e Lazio. Un gruppo rimasto nella storia, ancora oggi ci sentiamo. Da qualche anno non sento e non vedo il portierone Roberto Cosentino, mi farebbe tanto piacere rincontrarlo. Con mister Enzo Guarniero c'è stato sempre un grande feeling- Poi il maresciallo Di Chiara, una vera istituzione"-   

Antonio D' Orso ( Facchetti) 

Ho un ricordo indelebile di quegli anni a Latina. Cominciamo a dire che il soprannome Facchetti me lo diede Gigi Sitzia. Tutto mi conoscevano per Facchetti non per D' Orso. Cominciai con " Fuffo " Bernardini fu lui che mi prelevò dagli Allievi Regionali appena compiuto 16 anni. Lui mi portò in Berretti sotto età, una gioia immensa. E così feci l' esordio con Maurizio Cavazzoni allenatore. Un gran bel gruppo Cosentino, Coletta, Tolfa ( oggi vice direttore del TG 2), Cinque, ma tutti sono ancora nei miei ricordi. Ma soprattutto è rimasta una grande amicizia, dove ancora oggi ci sentiamo. Purtroppo oggi i settori Giovanili sono cambiati, ai tempi nostri i tecnici vedevano prima di tutto la tecnica, e gli allenamenti erano sempre tosti, non dovevi mai mollare.Oggi per stoppare un pallone e iniziare l' azione passano almeno dieci secondi. Oggi vedo questi ragazzi dove i genitori a 13 / 14 anni gli portono il borsone, ma non scherziamo"

Franco Cifra:

" E' stato un gruppo fantastico, un vero gruppo di giocatori di calcio. Giocavamo perchè avevamo il piacere di giocare, e soprattutto i piedi buoni, altrimenti non ti prendevano. E' stata una grandissima squadra, quando giocavamo davamo spettacolo. Il livello tecnico era alto e poi con mister Guarniero non potevi che crescere.E' stato un periodo veramente bellissimo, un altro calcio, un calcio romantico. Ricordo un aneddoto con il tecnico Guenza. La Lazio l' anno prima vince lo scudetto, e ci portò a tutti le maglie dalla Lazio campiona d' Italia, a me diede quella di Garlaschelli, mia madre la mise in lavatrice e si strinse così tanto che non la potevo mettermela più. I derby con la Fulgorcavi?. In uno di questi feci gol di testa a tuffo, alla Gigi Riva per intenderci". 

Nella foto in alto da sx:

Dirigente Maresciallo De Chiara, il tecnico Guarniero, Lanni, Pasotto, Coletta, Limone, Ibello, Cosentino

Accosciati da sx:

Tolfa, Cifra, Gravina, D' Orso ( Facchetti), Cinque, e il dirigente Izzo. 


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