Marco Cacciapuoti" Boskov un grande personaggio. Nelle giovanili il ricordo è per Marcello Sarandrea e Luigi Sperotti".

14.03.2020 15:50 di  Paolo Annunziata   vedi letture

Già da giovane ha vissuto il calcio professionistico soprattutto con la Roma e poi la Lazio. Ha indossato in serie D la maglia del Latina. Oggi è un tecnico di Settore Giovanile, dove da diverse stagioni è in casa del San Michele e Donato, il suo lavoro si vede anno dopo anno. Lui è Marco Cacciapuoti. 

" Ho cominciato da piccolino - dice Marco Cacciapuoti - con il Sacro Cuore. Il mio primo tecnico è stato Marcello Sarandrea. Grande persona in tutti i sensi. Dopo questa positiva esperienza, è arrivato il sogno di ogni bambino dell'epoca, il Macir Cisterna. Per noi era la prima volta su un campo in erba, calcare quel campo era una emozione fortissima. Ricordo anche qui il mister Luigi Sperotti, anche lui mi ha dato tanto. Lui e Sarandrea hanno fatto tanto per i ragazzi dell'epoca. Poi arrivò subito il grande salto alla Roma feci dai Giovanissimi agli Allievi Nazionali. Il tecnico è stato Ezio Sella. Stavo al convitto a Trigoria e incontravo spesso Francesco Totti, lui faceva già la Primavera. Con gli Allievi arrivammo alla finale scudetto e Francesco Totti fu mandato a giocare questa finale. Giocare al fianco di un grande talento già all'ora non lo posso dimenticare. Diventammo campioni d' Italia battendo in finale il Milan per due a zero. Vivendo a Trigoria Ho conosciuto tutti i giocatori di allora, ma un personaggio come mister Boskov non l' incontri facilmente. La mattina ci vedevamo sempre nel corridoio, e io dicevo, buongiorno mister. E lui mi rispose con una frase che ancora oggi ricordo. " Buongiorno. Fuori c'è il sole e gli uccellini cantano". Poi ebbi un serio infortunio durato più di un anno. Le società non ti aspettano, così ritornai a Latina.  La voglia di giocare era molto calata. Devo dire grazie a Tonino Marras che mi diede tanta fiducia portandomi al Latina in serie D. Poi ci fu la Lazio che venne a disputare un amichevole a Latina, mister Zeman mi prese personalmente e mi portò in Giappone a fare il ritiro con la prima squadra. In quel momento è mancata la mentalità , anche se non vivo di rimpianti. Non se nè fece nulla, se questo è stato il percorso dell'epoca l' ho subito accettato. Poi una trafila in serie D con la Pro Cisterna, Real Piedimonte e Ragusa. Bella esperienza quella vissuta in Sicilia, con Giacomarro allenatore. In quel momento il Messina era la Juventus della Sicilia, e arrivammo terzi. Poi ho deciso di ritornare vicino casa, per studiare con più impegno e mi sono laureato in Scienze Politiche con l' indirizzo di Pubblica Istruzione per una laurea supplementare, a otto esami dalla fine mi sono fermato. Poi il lavoro è stata la priorità e la carriera da giocatore è finita. Ho preso il patentino di allenatore e adesso alleno a Borgo San Donato".

Da tecnico il calcio è diverso?

" A prescindere che il calcio è cambiato dai grandi al settore giovanile. E' cambiata la prospettiva. Da giocatore è diverso, perchè pensi solo a te stesso. L' allenatore deve pensare a 20 ragazzi e a 20 teste che pensano in modo diverso. Sono sette anni che mi confronto in questo ambiente, è bello e faticoso. E' una bella responsabilità, lavorare in queste fasce di età non è semplice. Alla fine sono i risultati quelli che contano. L'importante è rendere felice ogni ragazzo".

Allenatori che ricordi con affetto?

" Tutti mi hanno dato qualcosa, come ho detto Sarandrea e Sperotti sono stati quelli che mi hanno spinto in questo sport. Un altro grazie lo devo a Mario Somma , per quello che mi ha sempre detto. Per lui ho tanta stima e affetto. Poi Ezio Sella, mi ha fatto diventare grande. Come non ricordare Mimmo Caso , grand epersonalità. Con loro con il passare degli anni ho capito tante cose. In quei momenti è veramente difficile capire i loro consigli. E infine Andrea Calce e Paolo Pelucchini, mi hanno rispolverato, hanno creduto in me". 


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