Giacomo Paniccia" Mimmo Caso un secondo padre. Ricordo con affetto Perotti, Lucescu e Mario Somma".

14.03.2020 12:04 di  Paolo Annunziata   vedi letture

A sette anni è andato già via di casa per il pallone. Dopo aver fatto la scuola calcio nel suo borgo, dove dopo 30 anni è ritornato a viverci, Borgo Faiti. Un grande personaggio, lui è Giacomo Paniccia. 

" Si ho iniziato da piccolino - dice Giacomo Paniccia - nel mio borgo, Faiti. A sette anni subito la prima avventura fuori casa. Mi prese il Como Calcio, dove il direttore Mino Favini mi portò sotto la sua responsabilità Faccio cinque anni a Comi fino agli allievi Nazionale, dove ho vinto lo scudetto di campione dì Italia. Poi il Como è fallito, pareva tutto fatto con l' Atalanta, poi non se nè fece più nulla. Questo mi rattristò, sono voluto ritornare a casa.  Qui incontro una persona splendida come Tonino Marras, mi fece ritornare la voglia di giocare e vado al Latina. Lì cominciò questa bellissima esperienza di calcio. Tutti ci dobbiamo ricordare che il pallone è una parentesi della vita. Così feci sempre calcio professionistico con Reggiana, Cremonese, Lazio, Siena, e ancora Latina in serie C con Santin allenatore. Potenza con mister Mario Somma con lui ho imparato tanto. Poi Lanciano e Avellino. Dopo questa esperienza ho capito che era arrivato il momento di attaccare i scarpini al chiodo".

Cosa è mancato a Giacomo Paniccia per rimanere a grandi livelli?

" Ho avuto tanti problemi. La vita mi ha dato di più del pallone, ma sono contento lo stesso".

Allenatori che ricordi con piacere?

" Sono stati fondamentali tre persone. Il mio secondo padre, quello a cui ancora oggi voglio tanto bene è Mimmo Caso. Poi c'è Lucescu, altra grande persona, e Mario Somma, veramente uno dei più forti allenatori. Poi ricordo Claudio Perotti e Franco Oddo, a livello umano persone fantastiche". 

Quel'è il consiglio che da Giacomo Paniccia a un ragazzo che ha le doti per sfondare?

" E' difficile. Il calcio è completamente cambiato. Oggi per arrivare a certi livelli è più facili. Vediamo tanti giocatori e diciamo, ma questo come fa a giocare in serie A? Oggi c'è un grande miglioramento a livello fisico. Ai miei tempi se eri bravo giocavi, altrimenti andavi a casa. Ecco che il livello tecnico è calato. I consigli sono sempre i soliti serietà, lavoro e tanta volontà. Oggi questi ragazzi hanno tutto".

Che fa oggi Giacomo Paniccia?

" L' imprenditore e sono felice. Il pallone lo guardo su Sky, vedo il mio Milan insieme a mio figlio Filippo. A nove anni e mi preoccupa perchè sa calciare molto bene il pallone, soprattutto calcia al volo con grande disinvoltura. Come padre lo indirizzo prima verso la scuola, il rispetto e l'educazione, prima deve crescere capendo le difficoltà della vita, soprattutto in questo periodo. Gli insegno a fare di tutto se poi vorrà fare il calciatore sarà una sua scelta. Per me va bene anche se farà il postino. Un grosso abbraccio a tutta la popolazione italiana per questo che stiamo facendo tutti insieme. A casa si sta bene. Non è un sacrificio. Il sacrificio lo hanno fatto i nostri nonni andando in guerra". 


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