Dalla pagina Facebook di Roberto Palluzzi

20.11.2025 09:13 di  Paolo Annunziata   vedi letture

Cari genitori fenomeni, perdete un minuto della vostra inutile vita calcistica, anche se dubito che riusciate a capire il significato di queste spiegazioni .... urlatori e incompetenti.

Nella dimensione del calcio giovanile esiste il fenomeno dei " piccoli fenomeni" ( scusate il gioco di parole ). Piccoli fenomeni che scompaiono crescendo e non è un fatto un qualcosa di insolito o misterioso, è una combinazione precisa di fattori biologici, neuromotori, metodologici e psicologici, spesso non rilevati dagli occhi dei genitori. Il primo elemento è la maturazione biologica differenziata. Nei settori giovanili, i ragazzi presentano curve estremamente eterogenee. Un ragazzo " early maturer "  cioè sviluppato in anticipo possiede più forza, più potenza, più leva articolare un rapporto massa / grasso più favorevole e spesso anche una migliore combinazione dinamica. Questo non è talento, è fisiologia. Nel calcio giovanile dove le richieste sono prevalentemente di tipo esplosivo - motorio e la velocità conta più della lettura del gioco, il precoce appare sovrumano. Quando arriva però la fase post - puberale il ritardo di sviluppo degli altri scompare, tutti raggiungono livelli simili di forza massima, massa muscolare e ampiezza dei gesti tecnici. Quello che sembrava il migliore viene improvvisamente risucchiato nella media. 

Il secondo fattore riguarda la tecnica in rapporto alla pressione temporale. nelle giovanili la maggior parte dei gesti tecnici avviene con ampi margini di tempo e spazio. Un ragazzo fisicamente dominante si crea da solo le condizioni favorevoli per esprimere una tecnica apparentemente superiore. Il calcio adulto è un gioco di densità la palla deve essere controllata con micro - tempi perfetti, la scelta va fatta in decimi di secondo e ogni tocco è condizionato dal pressing, dal contatto fisico  e dalla velocità del contesto. Tantissimi talenti precoci non riescono a trasferire giovanile nel gioco adulto perchè non hanno mai dovuto sviluppare la tecnica sotto stress, sostituiti dal loro strapotere fisico. Il gesto non allenato nella complessità perde così efficacia. C'è poi la variabile dell' allenamento, i ragazzi considerati talenti, vengono spesso iper protetti: allenatori indulgenti, responsabilità ridotta poche correzioni perchè tanto è forte. Questa dinamica crea un talento fragile non un talento solido. Nel percorso d' elite invece sopravvive chi ha costruito capacità adattative: apprendimento motorio continuo variabilità del gesto internalizzazione delle letture tattiche. Non sempre il bambino prodigio attraverso questo percorso anche perchè da piccolo gli è stato chiesto poco. 

Il quarto elemento è la componente cognitiva. Il calcio adulto richiede processi anticipatori. letture preventive, riconoscimento degli spazi, sensibilità collettiva. Tutti aspetti che non emergono necessariamente in età precoce, molti gioielli delle giovanili non sviluppano le capacità di interpretare il gioco, perchè nelle loro categoria bastava correre più degli altri o saltare l' avversario con naturalezza. Nel professionismo chi non legge la partita rimane indietro se da piccolo incantava. Infine c'è l' impatto psicologico del livellamento. Quando gli altri raggiungono il livello fisico del ragazzo precoce avviene una sorte di ridimensionamento violento. L' atleta che non ha mai dovuto adattarsi che non ha mai vissuto un reale confronto si trova spiazzato. Il suo modello interno " sono più forte per natura " è come se andasse in frantumi. Senza sostegno emotivo  e senza un percorso mentale adeguato questo shock è spesso irreversibile. Qui entra in gioco la responsabilità dei genitori, non alimentare un' identità costruita sull' eccezionalità, la prudenza è fondamentale.Il fenomeno giovanile è quasi sempre un prodotto dell' età, della biologia  e del contesto tecnico ridotto. La selezione vera comincia più tardi quando si entra in un calcio che richiede un patrimonio di competenze molto più complesso, tecnico cognitivo tattico emotivo. Se il ragazzo non viene preparato a questo passaggio le conseguenze possono essere pesanti. Frustrazione, ritiro precoce perdita di autostima conflitti interiori. Il calcio da un gioco diventa una ferita inimmaginabile. Per questo i genitori devono essere la parte più lucida  del percorso e molto spesso sono quella parte più irrazionale e istintiva. Devono invece proteggere i figli e non intendo che debbano proteggerli dal fallimento, ma dall' illusione del successo anticipato. E' proprio l' illusione, non il talento, a spezzare un ragazzo più avanti, nel momento della verità. 


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